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venerdì 8 ottobre 2010

Propaganda di regime: che fare?

In questi giorni il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha annunciato che a breve verrà inviato un fascicolo intitolato "Due anni di governo" in tutte le case degli italiani, in cui verrebbe spiegato quello che il governo avrebbe fatto in questi due anni e qualche mese di legislatura.
Naturalmente per chi è bene informato su quello che realmente questo governo ha fatto e sta facendo è del tutto prevedibile, pur non conoscendone ancora il contenuto, che si tratterà dell'ennesima operazione di propaganda di regime e di mistificazione alla quale siamo ormai abituati. Infatti, in realtà, Berlusconi negli ultimi due anni si è occupato quasi esclusivamente di trovare il modo per sottrarsi ai processi che attendono di andare avanti, nei quali è imputato di gravi reati, come la corruzione in atti giudiziari, la frode fiscale e l'appropriazione indebita. Ha trovato il tempo anche per fare tante altre cose, ma tutte o quasi per curare i suoi interessi personali, tra i quali c'è anche il tentativo di distruggere la democrazia in questo paese.
Le reazioni a questo messaggio di Berlusconi sono state le più svariate: qualcuno ha chiesto giustamente con quali soldi (temo, ahimè, che siano i nostri soldi, i soldi di quelli come me che pagano le tasse...), nel popolo viola è venuta l'idea di restituire l'opuscolo al mittente, qualcuno ha proposto di bruciarlo simbolicamente, qualcuno ha fatto girare un video in rete nel quale ha detto; "Silvio, non me lo mandare, la carta igienica a casa non mi manca..." (Toni Troja).
A me è venuta un'altra idea. Facciamo noi una pubblicazione su Internet. Scriviamoci dentro quello che Silvio Berlusconi ha fatto veramente, quello che sappiamo per certo, naturalmente, ma scriviamoci tutto quello che ha fatto nella sua vita, non solo negli ultimi due anni, e soprattutto mettiamoci il suo curriculum giudiziario, semplice semplice e vero vero: processi archiviati per prescrizione, processi ancora in corso, una sintesi degli atti giudiziari, un pezzo di storia, semplice, che possa essere comprensibile anche per la povera gente.
Certo, non sarà carta patinata lucida, non avrà l'effetto della sua bella faccia sorridente che nel suo opuscolo di certo non mancherà, ma noi siamo poveri, perchè i pochi soldi che abbiamo li spendiamo per pagare le tasse, perchè noi siamo persone oneste, non evadiamo il fisco, non facciamo frodi fiscali noi.
Stampiamo l'opuscoletto povero e in bianco e nero, e imbuchiamolo direttamente nelle cassette postali, di tutti gli italiani, di persona.
Così, santa par condicio, gli italiani avranno un bell'opuscolo patinato berlusconiano doc, dove si dice che Silvio è un miracolo italiano. E noi gli diciamo l'altra parte, il curriculum giudiziario.
Che ne dite? Si può fare?
Io non so, è solo un'idea, forse è una barzelletta, non lo so... ditemi voi. E' un sogno, forse... Un altro sogno come tanti. Sogno che la gente sappia la verità...

mercoledì 6 ottobre 2010

Un sogno italiano


Ho sognato, non sarebbe poi un peccato,
che Silvio era stato imprigionato.
Era stato regolarmente processato,
e non c'è scudo che l'abbia salvato.
Non mi vorrei trovare nei suoi panni,
condannato pure a risarcire i danni.
E per l'ammontare nel processo calcolato
tutto il suo denaro non gli è bastato.
Hanno dovuto quindi, i giudici togati,
condannarlo pure ai lavori forzati.
Silvio al lavoro non c'era abituato,
ma alla fine pian piano si è adattato.
Ora solleva grandi pietre con le mani
per risarcire tutti gli italiani.
Lo guardo lavorare di gran lena,
e quasi quasi mi fa un poco pena.
Mi son svegliato di buon umore,
ma subito ho pensato, a malincuore,
triste e deluso, dopo uno sbadiglio:
e invece è ancora presidente del consiglio.

mercoledì 23 giugno 2010

E' nato Il fatto quotidiano

In tempi di legge bavaglio, in quest'estate anomala, in questa democrazia anomala e malata di mafia, di corruzione e di menzogna, un quotidiano libero sul web, con grandi firme tra cui quella di Marco Travaglio, a cui va la stima e l'amicizia di tutti quelli che amano la verità, che promette di continuare ad informarci senza piegarsi alle intimidazioni, mantenendo la lucidità per analizzare i fatti quotidianamente, è un grande avvenimento, che mi incoraggia a rispolverare il mio vecchio blog con un nuovo post di celebrazione. Auguri alla redazione, ai giornalisti, a tutti quelli che ci informano.
Sarà perchè, come a volte dicono anche i poeti, niente è più bello di quello che si è perduto. E, aggiungerei, che si potrebbe perdere da un momento all'altro. La libertà di informazione. Anche per questo a Roma, il 1° luglio, cercheremo di non mancare alla manifestazione alla quale sarà presente la federazione della stampa, il popolo viola, gli antifascisti, gli uomini intelligenti che amano la libertà e la democrazia di questo paese.

mercoledì 27 gennaio 2010

Il giustizialismo

Bisognerebbe riflettere un po' sull'uso del linguaggio nella politica. In particolare penso ai neologismi, parole create apposta per avere un effetto sul modo di pensare della gente, a volte addirittura per capovolgere la verità, per stravolgere il senso di ciò che è vero e ciò che è falso, di ciò che è bene e di ciò che è male. In questo periodo mi colpisce particolarmente il termine "giustizialismo".
Indubbiamente viene dalla parola giustizia, uno dei più grandi valori dell'umanità. La giustizia non ha a che fare solo con la magistratura, con il processo, o con il contenzioso. Nella teologia cattolica è una delle quattro virtù cardinali, e uno degli attributi di Dio. E addirittura una delle speranze della vita ultraterrena, per i credenti, è che si realizzi la giustizia divina, con il giudizio universale.
Nel mondo terreno è uno dei più grandi valori ideali per i quali l'uomo si è sempre battuto, sacrificando a volte la vita per la sua realizzazione.
E la politica dovrebbe ispirarsi a questo valore ideale.
Ma per la nostra classe politica corrotta tutto si capovolge con la parola magica, "giustizialismo". Il giustizialismo vuol dire che ci sono dei giudici cattivi, persecutori, che hanno l'ossessione della giustizia, che non stanno tranquilli: i giustizialisti. Come Antonio Di Pietro. Il neologismo, di cui non a caso un esimio utilizzatore è Bobo Craxi, uno dei figli del grande "perseguitato", Bettino, "mandato in esilio" ai tempi della prima repubblica (in realtà fuggito per evitare di sottoporsi al giudizio, quando se non altro per sfuggire al giudizio si doveva fuggire) ora riabilitato e celebrato proprio nei giorni in cui si doveva commemorare Paolo Borsellino, che ha dato la vita per realizzare la giustizia.
Di Pietro è un giustizialista, ha detto Bobo in occasione della commemorazione del padre, e lo ha detto come se per questo dovesse meritare una condanna, come se credere nella giustizia fosse una perversione.
La giustizia diventa giustizialismo, da virtù e valore ideale diventa ossessione, vizio da combattere. I corrotti diventano eroi da celebrare, il bene si trasforma nel male e viceversa.
Tutto con una parola nuova, mai esistita, creata apposta per mistificare la realtà.

venerdì 22 gennaio 2010

Il processo breve

Il Senato ha approvato il disegno di legge sul processo breve, che il ministro Angelino Alfano ha elaborato per garantire l'impunità a Berlusconi per i suoi reati. Il termine "processo breve" è chiaramente una falsificazione. Ancora di più una mistificazione è l'argomentazione usata dal presidente Berlusconi, che lo ha chiamato addirittura "giusto processo". In realtà il disegno di legge prevede un'abbreviazione dei termini per la prescrizione. Cioè l'annullamento del processo e l'estinzione del reato. Che è una cosa completamente diversa.
Dal momento che il disegno di legge prevede addirittura la retroattività della sua applicazione, cioè l'applicazione della prescrizione anche per processi già in corso, che possono pertanto, a partire dal giorno successivo alla fine dell'iter di esecutività della legge, cadere direttamente in prescrizione, sarebbe esatto parlare di amnistia. Altro che giusto processo.
Le vittime di reati anche gravi, o i loro cari e i familiari, che stanno da anni aspettando giustizia, con pazienza, con fiducia nella magistratura e nello Stato italiano, spendendo soldi per spese legali, e sacrificandosi per portare avanti fino in fondo la loro speranza di giustizia, potranno subire oltre al danno la beffa di vedere i colpevoli dei reati che li hanno colpiti essere scarcerati per la prescrizione, e ritornare liberi come se fossero delle persone oneste. Assassini, stupratori, pedofili, truffatori, rapinatori, delinquenti di ogni genere, che troppo spesso nel nostro paese riescono in un modo o nell'altro a farla franca, spesso proprio per la prescrizione, adesso potranno riuscirci più facilmente, più rapidamente.
E questo, per il nostro presidente del Consiglio, è il "giusto processo".
Mi sembra del tutto evidente che quanto sta accadendo è gravissimo. Pochi mesi dopo che la Corte costituzionale si è espressa dichiarando inammissibile il lodo Alfano, il ministro e il governo approvano una legge ancora più incostituzionale, ancora più ingiusta, perchè questa volta per salvare il presidente dal vero "giusto processo", quello che dovrebbe vederlo rispondere delle accuse di corruzione all'avvocato Mills, che è già stato condannato (mentre la posizione del presidente è stata stralciata proprio in attesa del parere della Consulta sul lodo Alfano), si sacrifica la giustizia tutta, privando migliaia di cittadini del diritto di avere giustizia, di vedere condannati i loro aggressori.
Il ministro Alfano annuncia inoltre che si intende procedere anche ad un ulteriore legge, quella del "legittimo impedimento" (diritto che è, tra l'altro, già previsto dall'attuale ordinamento giuridico).
Tutto ciò per fornire al presidente una doppia corazza che lo renda inattaccabile da chiunque, indipendentemente dalla sua innocenza o colpevolezza.
Tutto ciò avviene dunque in aperto disprezzo dell'art. 3 della nostra Costituzione che prevede, molto semplicemente, in sintesi, che "la legge è uguale per tutti", frase che costituisce il fondamento della giustizia e della civiltà, e che è scritta nelle aule dei Tribunali. Cosa faremo, dopo, mi piacerebbe sapere dal ministro e dal presidente, la cancelleremo, oppure faremo finta di niente?
Questi giorni passeranno alla storia, come altri, che hanno in comune un unico senso, quello di far parte di un processo di demolizione delle istituzioni democratiche per garantire i privilegi e l'impunità di una casta politica capeggiata dall'uomo che ritiene di essere padrone del paese e dei cittadini, e che forse pensa davvero, nel suo narcisismo illimitato, di essere un perseguitato.
Tutte le istituzioni che hanno la funzione, nel nostro paese, di garantire la democrazia attraverso l'indipendenza dei poteri, che non sono sotto il diretto controllo del presidente del Consiglio, sono da lui vissute come un intralcio e un fastidio o come una minaccia. La presidenza della Repubblica, la Corte costituzionale, il Parlamento, la Magistratura. Rispetto a quest'ultima Berlusconi addirittura si è così espresso: "mi aspetterebbe il plotone di esecuzione".
Come interpretare questa metafora grottesca ed esagerata, come l'ennesimo affronto alla dignità di un'istituzione democratica, la magistratura, o come la proiezione delle angosce persecutorie di un uomo che sa solo lui, effettivamente, quali reati può avere commesso per giustificare l'evocazione di una simile rappresentazione scenica da stato di guerra?

mercoledì 16 gennaio 2008

La bustona intelligente

Da Lidl è possibile acquistare alla cassa una busta molto grande e resistente, riutilizzabile, al costo di 99 centesimi. La cassiera la firma permettendo così al riutilizzo di dimostrare che è già stata pagata. Essendo costruita con materiale consistente, molto capiente e con un fondo rinforzato che permette di appoggiarla aperta nel carrello senza che si afflosci, presenta l'ulteriore vantaggio che gli articoli acquistati dopo il passaggio al lettore ottico possono esservi riposti molto rapidamente e direttamente, anche se si fa la spesa da soli, con una sola mano, risparmiando tempo (a volte si perde tempo anche solo per aprire le buste di plastica, che sembrano quasi incollate...!).
Ecco una soluzione intelligente, pratica, economica, ed ecologica (e in linea con quello che dicevo nello scorso post). Unico onere in più a carico del consumatore: ricordarsi di riportarla quando si va a fare la spesa le volte successive!
Anche Ikea offre una soluzione simile (la bustona azzurra si può anche acquistare!). C'è da sperare che queste iniziative vengano prese anche dalle altre catene di supermercati.

lunedì 14 gennaio 2008

Rifiuti e ambiente

Un lato positivo legato alla vergognosa situazione in cui si trova la città di Napoli e dintorni è che si sta parlando di più dell'importanza di salvaguardare l'ambiente, la natura e il territorio.
Io credo che la via maestra per cominciare a migliorare la situazione è innanzitutto una: ridurre la produzione dei rifiuti. I rifiuti ce li portiamo a casa ogni volta che andiamo al supermercato a fare la spesa, in quantità spaventose.
E' necessario che il governo prenda dei provvedimenti urgenti per proibire gli imballi ingombranti e altamente inquinanti sostituibili con alternative biodegradabili o comunque di minore impatto ambientale, in tutti i settori merceologici.
Poi viene la raccolta differenziata.
Poi lo smaltimento più adeguato.
Il riciclaggio dei materiali di rifiuto differenziati non basta perchè comporta comunque delle scorie, un consumo energetico, la produzione di ulteriori danni all'ambiente, anche nella migliore delle ipotesi.
Per questo è necessario ridurre i rifiuti, innanzitutto.
Ma per ridurre la produzione dei rifiuti è necessario un impegno anche di tutti noi.
Ad esempio, bere l'acqua del rubinetto anzichè l'acqua minerale. Comprare il vino dal vinaio, sfuso, due o cinque litri per volta, con lo stesso fiasco che può essere riutilizzato innumerevoli volte.
C'è qualcuno che ce lo proibisce?
O ancora, qualcuno può impedirci di andare a fare la spesa con borse, borsoni, sacchi, retine, carrellini, o qualunque altra alternativa di contenitore riutilizzabile?
Alla cassa qualcuno ci impedisce di rispondere alla domanda: "Busta di plastica?" "No, grazie!"?
Il problema vero è che ciò comporta un cambiamento delle nostre abitudini.
L'uomo è un animale abitudinario, come la gran parte di tutti gli animali. Con la differenza che ha consolidato, a differenza di tutti gli altri animali, abitudini malsane, spinto a ciò dalla società del consumismo e delle logiche di mercato.
C'è bisogno di cambiare, tutti, e al più presto.